Potrebbe ella dunque abbandonarne la scelta alla libera determinazione degli individui? E non possedendo mezzi di coazione esterna, deve invocare la podestà secolare?
San Tommaso, domandandosi se possano costringersi gl'infedeli ad abbracciare la fede, risponde che nullo modo sunt ad fidem compellendi ut ipsi credant, quia credere voluntatis est, cioè che la fede dipende dalla volontà301, e sostiene che devonsi tollerare anche i culti degli infedeli, come Dio tollera certi mali, per non togliere all'uomo la libertà. In fatti non è vero che chi possiede l'autorità sia obbligato a impedir tutto il male: di fronte alla coscienza e al libero arbitrio non può adoprarvi che mezzi irreprovevoli. E il famoso Suarez dava come sentenza comune de' teologi che «gl'infedeli non apóstati non possono costringersi ad abbracciare la fede, sebben ne abbiano acquistato sufficiente cognizione»302. Le usanze contrarie alla ragione e a Dio (dic'egli), non devono dai principi tollerarsi nei sudditi, in generale: bensì il possono quando altrimenti ne verrebbe un danno notevole; quanto alle usanze religiose che in sè stesse non sono contrarie alla ragione naturale devono tollerarsi; e ciò quand'anche siano contrarie alla fede cristiana, altrimenti sarebbe un imporre la fede per violenza, il che non è mai permesso.
La Chiesa non ha autorità legittima sopra gli infedeli, sicchè non può costringerli: e neppur quando fossero suoi sudditi temporalmente, giacchè la Chiesa non ha ricevuto da Cristo tale autorità sui sudditi temporali.
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