Stava leggendo la vita di suo padre quando gli fu annunziata la vittoria di Lépanto, che decise se l'Europa sarebbe cristiana o musulmana; e non che prorompere in esultanze, riflettè: «Don Giovanni ha molto arrischiato: come ha vinto, così poteva perdere». Pur seppe rendere omaggio al merito; e quando il duca di Savoja, vinta colle armi spagnuole la Francia a San Quintino, si presentò per baciargli la mano, esso lo serrò nelle braccia dicendogli: «Tocca a me baciar la vostra, che compì opera sì bella».
Ma non coronato di allori come suo fratello don Giovanni, nè generoso come suo padre, serba nella storia una fisonomia freddamente severa; forse per troppa conoscenza degli uomini, diffidava, e perciò teneasi concentrato; volea veder tutto da sè, e perciò esitava a decidersi; deciso una volta, non recedeva più, scambiando per costanza l'ostinazione, per giustizia la inesorabilità. Indispettito degli ostacoli che le libertà locali metteano al suo potere, s'applicò a torle di mezzo. Credendo l'unità religiosa fondamento necessario dell'unità politica, e sè medesimo destinato da Dio a rintegrare la religione cattolica, ogni discrepanza considerava non solo come eresia, ma come lesa maestà divina ed umana, e tenevasi in obbligo di combatterla, come fece dapertutto, senza mai scendere a componimento; nell'interno non rispettò tampoco l'asilo delle coscienze; fuori cercò impadronirsi fin della Francia e dell'Inghilterra per serbarle cattoliche: e intanto si vide tolti i Paesi Bassi318; esaurì le finanze, scontentò i popoli, distrusse il prestigio della propria potenza.
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