Nella tremenda peste del 1624 a Palermo si infervorò la devozione mediante il voto di celebrare l'immacolata concezione di Maria, festa che si conservò sempre solennissima, sostenuta da alcuni cavalieri che pronunziavano il voto sanguinario, cioè di sostenere anche colla spada contro chi si fosse quel privilegio della madre vergine.
Non vi mancò lo spettacolo di Atti di fede, e il primo fu eseguito solo il 9 settembre 1641 sotto il vicerè Corsetto, bruciando vivi Giambattista Verron calvinista francese, Gabriello Tedesco, musulmano battezzato e relapso, e Carlo Tavalara agostiniano laico calabrese, che spacciavasi pel Messia, e inventò i Messiani.
Nel 1658 fu abbruciato pubblicamente frà Diego La Matina agostiniano, che condannato dal Sant'Uffizio alla galera, colà pervertiva i suoi compagni; poi valendosi della straordinaria sua forza, spezzò le manette, e uccise l'inquisitore venuto a visitarlo. Non più che questi due soli Atti son ricordati anche dai più ostili; poi nel 1724 il supplizio di Gertrude Maria Cordovano, pinzochera benedettina, e Romualdo laico agostiniano di Caltanisetta, rei di quietismo, bruciati alla presenza del vicerè, de' grandi e de' magistrati. Fin nel 1781 vi si bruciarono alcune streghe. Allora però Ferdinando IV, con dispaccio 27 marzo 1782, vedendo che quel tribunale non volea recedere dalle forme sue abituali di processura, per le quali non restava assicurata l'innocenza, lo aboliva, lasciando ai vescovi l'esercizio della giurisdizione in materia di fede, sempre però colla licenza del vicerè, e non mettendo il reo alle strette, ma denunciandogli l'accusa e assegnandogli il difensore.
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