Egli stesso accomodò il capestro col quale doveva essere strozzato, e morì col nome di Gesù sulle labbra, nel settembre 1550. Il suo cadavere fu bruciato dove ne avvenne la morte.
Gli scritti che lasciò danno testimonio delle sue opinioni, colle objezioni degli avversarj e le risposte di lui. E sono due trattati delle proprietà di Dio, due della confessione, due del modo di conoscere Gesù e il fedele dall'empio; cento sermoni sopra gli articoli della fede, dichiarazioni sui salmi, dichiarazione su san Paolo, dispute contro l'Inquisizione, consolazioni ai suoi parenti sopra i casi suoi, avvisi delle cose della sua vita366.
I Riformati, che ci conservarono il nome de' loro martiri, descrivono la fierezza de' supplizj subiti da Domenico Cabianca bassanese, da frà Giovanni Mollio professore di Bologna già detto. Pomponio Algeri di Nola, arrestato a Padova, fece una luminosa difesa, allegando la Scrittura e le Decretali contro gli errori della Chiesa romana; ma per quanto i Veneziani bramassero salvarlo attesa la sua valentìa, fu condannato ad arder vivo. Stando in carcere a Venezia, descrisse in una bella lettera, la spirituale consolazione concessagli367. Francesco Gamba di Como, convinto d'essere stato a Ginevra ed aver partecipato alla sacra cena coi Riformati, fu condannato alla forca; prima forandogli la lingua acciocchè non parlasse.
Goffredo Varaglia cappuccino piemontese, andato per convertire i Valdesi, si lascia convertire invece da loro; addetto al legato papale a Lione, lo abbandona per passare a Ginevra, donde muove a predicare il Vangelo nella Val d'Angrogna.
| |
Gesù Dio Gesù Paolo Inquisizione Riformati Domenico Cabianca Giovanni Mollio Bologna Algeri Nola Padova Scrittura Decretali Chiesa Veneziani Venezia Gamba Como Ginevra Riformati Varaglia Valdesi Lione Ginevra Vangelo Val Angrogna Francesco
|