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      Questo Bonifacio manteneva commercio con i Tedeschi eretici, da' quali aveva appreso lettere, ed egli fu che infettò la terra di Nonantola. Vi fu Alessandro Milano modenese, luterano anch'egli; vi fu un frà Bernardo Bertoli, predicatore pernicioso, mandato a Modena a predicare per opera di Luigi Priuli e dal cardinal Polo e dalla marchesa di Pescara. Fu detto ch'era discepolo del cardinal Polo, per il che tutti tre ne furono processati, e il detto frà Bernardo ne stette carcerato in Roma, ed abjurò. È vero che Morone fu inquisito anch'egli come vescovo di Modena, perchè l'avesse mandato a predicare nella sua Chiesa; ma esso si salvò scusandosi che il cardinal Polo ed il Priuli gliel'avevano approbato. In Modena fu parimente dal cardinal Morone mandato a predicare un frà Bartolomeo Pergola. Costui, per opera del Soranzo vescovo di Bergamo fu invitato a Roma, che andasse a parlare a Morone: Morone l'invitò a pranzo, ragionò con lui, e lo conobbe per luterano: ebbe in Roma il libro Del beneficio di Cristo da un certo Guido da Fano: predicò molte eresie a Modena, ma poi Morone l'indusse a ritrattarsi. Di questo Pergola fa menzione il Muzio in una lettera che scrisse al cardinal di Carpi e al cardinal di Napoli, cioè al nostro Caraffa sommo inquisitore, ed a Lattanzio Fosco suo auditore, avvisando loro che costui, che era frate de' conventuali di San Francesco e valente predicatore, era capitato quell'anno a Pesaro, e che nove anni prima, cioè nell'anno 1542, quando appunto in Roma fu fondato il Santo Officio, aveva predicato cose scandalose in Modena, ma che si scusava dicendo che il suo predicare era stato approbato dal Miranda, lettore di teologia, e dal Beccadello inquisitore; con tuttociò fu fatto ritrattare in pulpito: e il Muzio facendo buon giudizio di lui, non gli fu data altra pena, che privarlo per nove anni della predica.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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