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      Il cardinal Cortese modenese, ancorchè religioso benedettino di grande stima per bontà e per lettere, fu nondimeno senza rispetto alcuno inquisito dal Santo Officio per aver letto e approvato il libro Del beneficio di Christo. Fu anche in Modena un prete Domenico Morando, maestro di casa del cardinal Morone, eretico e fautore degli eretici: vi fu un Francesco Camerone, e un chiamato Farzirolo modenese, processati di eresia: vi fu il prete Gabriel Faloppia, eretico luterano pessimo, e un altro detto il Gozapino calzolaro, e D. Girolamo Regio prete modenese, eretici, e Ludovico Castelvetri modenese eretico, che se ne fuggì in Germania. Vi fu un'accademia tutta infetta, de' quali era capo un cappellano di Morone eretico, detto don Girolamo di Modena: vi furono Giovanni Borgamazza e Giovanni Bertano modenesi eretici; mastro Giovanni Maria Manelli con altri molti sospetti di eresie. Erano costoro di tanto numero e potere, che mandavano ajuto di denaro a quei di Germania. Qui finisco di dire della città di Modena, di cui fu vescovo il cardinal Morone sospetto, processato, e carcerato tant'anni per molti e gravi capi di eresia, se bene fu assoluto poi a tempo di Pio IV. Circa quel libro Del beneficio di Christo, oltre quello che n'ho detto di sopra, fu il suo autore un monaco di San Severino in Napoli siciliano, e discepolo di V. Valdes; fu
      revisore di detto libro il Flaminio, anch'egli gravemente infetto; fu stampato molte volte, ma particolarmente a Modena De mandato Moroni; ingannò molti, perchè trattava della giustificazione con dolce modo, ma ereticalmente, attribuendo ogni cosa alla sola fede, e falsamente esponendo le parole di san Paolo nell'epistola ad Romanos, avviliva l'opere ed i meriti, e perchè questo è quell'articolo, nel quale inciamparono gran parte de' prelati e de' frati di quell'età, però ebbe grande spaccio, e fu da molti approvato: solo in Verona fu conosciuto e reprobato: dopo molti anni fu posto nell'indice de' libri proibiti da Paolo IV, e poi da Pio IV e da Clemente VIII.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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