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      Di qui i tanti fatti di demonopatia e demonolatria, tante vittime del maligno e di suoi ministri attivi; di astrologia, pronostici, sogni, tutto il medioevo è pieno, e vi credeano il feroce Ezelino come il soave Petrarca; il tirannico Federico II come le libere città domandavano da quelli la prudenza de' loro atti; se ne mescola perfino la storia de' papi. Toccandone di volo, diremo come Bennone, gran nemico di Gregorio VII, in violentissime lettere alla Chiesa latina imputava questo di mille indegnità, e principalmente d'esser negromante; Silvestro II papa essere stato abilissimo in quest'arti, e da lui averle imparate Benedetto IX e Gregorio VI, i quali giunsero al papato avvelenando i predecessori; altrettanto aver praticato Gregorio VII, che non viaggiava mai senza un suo libro di magie. Dimenticatolo una volta nel tornare da Albano a Roma, commise a due suoi fedeli d'andarglielo a cercare, ma guai se l'aprissero! La curiosità gl'indusse a disobbedire, e lettevi alcune linee, ecco comparire frotte di demonj, chiedendo: «Cosa volete? Perchè inquietarci? Comandate, o vi saltiamo addosso». I due sbigottiti, non sapendo che farsi, dissero: «Abbattete coteste alte mura», e detto fatto, le mura di Albano caddero sfasciate; e i due messi a gran pena ebbero forza di strascinarsi alla città, segnandosi e raccomandandosi a Dio.
      Giovanni XXII, nella bolla del febbrajo 1317 diceva: «Alcuni residenti nella nostra curia, non contenti di saper sobriamente secondo la dottrina dell'apostolo, ma ebri di vanità, si avvilupparono nella necromanzia, geomanzia, ed altre magiche arti, e vendono libri e scritti.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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