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      Del valente astronomo Galeotto Marzio di Montagnana giace manuscritta nella biblioteca di Padova una Chiromanzia del 1476: accusato d'eresia, fu obbligato a pubblica ammenda, bruciato un suo libro che aveva portato in Ungheria e Boemia: cascando poi da cavallo fuor d'Italia, s'uccise. Jacopo Zabarella padovano, il cui trattato di logica fu adottato nelle Università di Germania, era invasato dell'astrologia: e fece moltissime predizioni, e anche della propria morte.
      Tiberio Rossiliano Sesto, astrologo calabrese, avea, per mezzo dell'arte sua, preveduto un diluvio universale; fu confutato nel 1516 da frà Gerolamo Armenini faentino, famoso inquisitore di quei tempi, ma fin Clemente VII era ito abitare lungi dal Tevere, benchè il fisico Riccardo Cervini mandasse più volte suo figlio, che fu poi Marcello II, a rassicurarlo. Il tempo andò invece serenissimo, e così (scrive frà Giuliano Ughi) fu molto dileggiata e schernita l'astrologia da quegli che non pensavano che Dio fosse ai cieli superiore: ma quelli che credevano che Dio fosse moderatore de' celesti movimenti pensarono esser vera l'astrologia: talchè, secondo il corso dei cieli, tal diluvio dovesse venire, ma che la misericordia di Dio l'avesse impedito»378. Singolare contesto di pregiudizj e buon senso!
      E quando lo Stöfler di Tubinga pronosticò che, per la congiunzione dei tre pianeti superiori, il mondo andrebbe a diluvio nel 1554, tutta Europa si pose in pensiero di prepararsi uno schermo, e Carlo V ne stava in apprensione, per quanto Agostino Nifo il tranquillasse.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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