Pagina (536/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Egli se la fece condurre, ma niente rispondeva nè movevasi come se fosse senza spirito. Il principe, ricordandosi d'una crocetta che con certe reliquie portava al collo, datagli da Giovanni da Capistrano, che fu poi santo, secretamente la legò al braccio della spiritata; la quale subito cominciò a gridare e torcere la bocca e gli occhi. Domandata del perchè, rispose, dovesse levarle dal braccio quella crocetta perchè (diss'ella) ivi è del legno della croce consacrata, dell'agnus benedetto, e una croce di cera del mio grandissimo nemico». Levate queste cose, ridivenne come morta. La notte seguente andando esso principe a dormire, incominciò udire fortissimi strepiti nel palazzo e nella propria camera, di maniera che, chiamati alcuni servitori per sicurezza, vegliò fino a giorno; allora si fece menare davanti la donna, la quale sorridendo interrogò il duca s'egli avesse avuto spavento la notte passata: e riprendendola egli come spirito infernale nojoso ai mortali, e addimandandole: «Ove eri tu nascosto?» rispose lo spirito: «Nella sommità dello sparaviero che circonda il tuo letto; e se non fossero stati quei cosi sacri che porti al collo, con le mie mani io ti levavo di peso, e ti gettavo fuori del letto. Anzi ti saprò narrare tutto quello che jeri ragionasti coll'ambasciatore de' Veneziani, perchè il tutto ho udito e saputo». E così fece; di maniera che quel signore d'indi in poi restò persuaso che gli spiriti maligni andassero vagabondi tanto nell'aria, quanto nei corpi umani.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Giovanni Capistrano Veneziani