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      L'uomo, e più la donna, abbandonati al terrore della solitudine e a processanti incalliti allo spettacolo del dolore, e ponenti gloria e talvolta guadagno nell'accertarli rei, come se ne poteano sottrarre? Non pochi dunque, nella persuasione di dover a ogni modo morire, e che, se anche campassero, rimarrebbero in un obbrobrio peggior della morte, confessavano spontaneamente, e restava convalidata l'opinione delle loro colpe.
      I processanti medesimi erano superstiziosi quanto i processati, teneano per norma di far entrare la strega nella stanza a ritroso, onde veder lei prima d'esser da lei veduti: badare ch'essa non li toccasse, «e portare del sale esorcizzato, della palma ed erbe benedette, come ruta ed altre simili»388. Un altro insegna che, se il paziente non regge all'odor del solfo, dà indizio di essere indemoniato. Poi lo facevano denudare, radere, purgare, chè mai non avesse sul corpo o dentro alcun malefizio che impedisse di rivelare la verità. E la taciturnità fu sempre il malefizio più valutato nelle vecchie procedure, come è uno de' maggiori inciampi nelle odierne.
      Proponevansi talvolta rimedj efficaci, ma non prudenti. Se un vampiro venisse a suggere il sangue, l'autorità faceva bruciare il cadavere, e il male cessava; ce ne assicura lo scettico Montaigne. Ad una signora mantovana che credevasi ammaliata, il medico Marcello Donato dispose che tra gli escrementi si facessero comparire chiodi, piume, aghi: ella, credendo averli cacciati di corpo, sanò; sì; ma dunque il fatto era vero; la donna avea visto quegli oggetti, nè potea più dubitarne, e la persuasione sua trasfondeva in tutti i suoi conoscenti, e questi ai loro.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Montaigne Marcello Donato