Antonio Leone, carbonajo di Valtellina, dimorante a Ferrara, narrava d'un marito che parimente vide la moglie untarsi, ed uscir per la gola del camino, ed egli imitatala, la raggiunse in una cantina: essa, come il vide, fece un segno pel quale tutto sparì, ed egli rimasto colà, fu côlto per ladro: se non che si scolpò narrando il fatto, pel quale la moglie fu mandata al supplizio399.
Basta il buon senso più triviale a spiegar questi fatti; ma non tutti così chiari sono quelli che adducono gli apologisti, l'insistenza dei quali convince che v'aveva contraddittori. Nel 1518 il senato veneto, disapprovando le esorbitanze degl'inquisitori nella Valcamonica, rinomatissima per tale fastidio, revocò a sè i processi, e statuì che in tali materie i rettori delle città si unissero agli ecclesiastici. Combatterono l'opinione vulgare il francescano Alfonso Spina400, il cavaliere Ambrogio Vignato giureconsulto lodigiano401, Gianfrancesco Ponzinibio giurista piacentino, negando possa il demonio generare come incubo o come succubo, e i voli delle streghe e le tregende esser illusione402. Andrea Alciato403 scrive: «Era venuto un inquisitore nelle valli subalpine per inquisire le streghe; già più di cento n'avea bruciate, e quasi ogni dì nuovi olocausti a Vulcano ne offeriva, delle quali non poche coll'elleboro piuttosto che col fuoco meritavan essere purgate; finchè i paesani colle armi si opposero a quella violenza, e recarono la cosa al giudizio del vescovo. Egli, speditimi gli atti, chiese il mio parere»; e fu diretto a sottrarre queste sciagurate ai supplizj; dichiarò siffatta credenza non esser che di donnicciuole; e perchè (domandava) non potrebbe il demonio aver preso le sembianze di esse donne? e come mai scompare tutta la tregenda all'invocare Gesù?
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