Dove si noti che que' nomi sono gli indicati già da Porfirio408, e che ne risultano due fatti: primo, il generalizzarsi di tali pratiche, quasi un'ebollizione dello spirito satanico al tempo della Riforma; secondo, la persistenza di esse, malgrado le cure della Chiesa.
Nel 1598 Clemente VIII era nel 63 anno di vita e settimo del pontificato; due numeri climaterici pel 7 e il 9, sicchè il popolo ne aspettava disgrazia, ed egli ripetea d'averne soli 62, aspettando che l'influenza passasse.
A Paolo V un astrologo dichiarò vivrebbe poco; ond'egli licenziò il cuoco e lo scalco, circondavasi di precauzioni, non ardiva ricever alcun memoriale da sconosciuti, e dapertutto vedea veleni e insidie, finchè fu guarito da un rimedio omiopatico, cioè da un consulto d'astrologi che dichiarò esser trascorso il tempo dell'influsso minaccioso.
Nel 1588 il cardinale Agostino Valier, lodatissimo vescovo di Verona, in una pastorale compiangeva come «si trovino alcuni, sebbene di vile e bassa condizione che hanno fatto patto coll'inferno, cioè col demonio infernale, attendendo a superstizioni, incanti, stregherie, e simili abominazioni».
Il vescovo Bonomo, nei decreti per la diocesi comense, vieta l'usar figure e anelli magici per medicar uomini o bestie, le stregherie, le fasciature, il trattar ferite e morbi colla recita di certe formole, il raccoglier felci e loro semi in dati giorni e ore, e maghi e indovini siano puniti dal vescovo come pure le maliarde che affascinano e uccidono fanciulli, inducono sterilità e gragnuola.
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