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      Poichè vuolsi coraggio ad affrontar quella despota che dicesi l'opinion pubblica, lodiamo coloro che assalirono intrepidamente l'ubbia popolare. Vanno principali fra questi i gesuiti Adamo Tauner e Federico Spee, se non che il trattar essi la quistione per via di testi e canoni ad uso dei dotti, non apriva gli occhi plebei. Primo recò la querela davanti al pubblico il roveretano Girolamo Tartarotti425 negando le tregende, e ribattendo specialmente Martin Delrio: eppure non solo accettò, ma sostenne la verità della magia; col che concedendo l'immediata potenza del demonio, non avea motivo a ricusargli la potestà di trasferire anche le maliarde, e riducevasi a conchiudere che, nei casi speciali, ripugnava al buon senso il credere a queste, e sovratutto al loro numero. Gian Rinaldo Carli e Scipione Maffei426 estesero quella negativa ad ogni immediata arte diabolica, ma allora il Tartarotti protestò che, tacciando d'illuse le streghe, non aveva inteso gittar dubbio sulla potenza del demonio; tanto la ragione umana fatica a sottrarsi alle opinioni nelle quali fu educata. Il padre Zaccaria, annunziando l'opera del Tartarotti, disapprova il negar le magie. «In una città m'accadde di udir un medico spiritoso, il quale negava che si dessero indemoniati, tutto attribuendo alla fantasia di chi si crede offeso... Ma perchè mai tanto impegno di relegare dentro l'inferno i demonj?»427
      Direbbesi che questo rincrescimento del gesuita si riproduca negli apostoli odierni d'un bugiardo incivilimento.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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