Insistette presso i Veneziani perchè si emendasse la disciplina ecclesiastica, ed oltre i provvedimenti sui costumi, raccomandava che i deputati sopra la bestemmia punissero quei che meno onestamente parlassero dell'autorità pontifizia e della Chiesa: ai nobili non si comportassero neppur le lievi trasgressioni o il sospetto in fatto d'eresia: niuno in senato parlasse sconvenientemente della Chiesa santa. Domandò che s'arrestasse e consegnasse Guido Zanetti di Fano, e perchè i senatori chiedevano fosse processato a Venezia, egli espose come il delitto d'eresia sia di pura competenza della Chiesa, la quale non ha confini di territorio; e poichè non vuole o non può tenere forze proprie, invoca il braccio secolare. Avendo il duca Ottavio Farnese consentito ad arrestare e consegnare Giovanni Galeazzo Sanseverino di Parma, il cui processo menavasi da san Carlo, Pio V gliene fece vive felicitazioni, prevedendo diverrebbe un campione della fede. Di rincontro, Guglielmo Gonzaga di Mantova avendo ricusato trasmettere a Roma alcuni eretici, il Brovio racconta che il papa minacciò, se tenesse colà un nido d'errori, muovergli anche guerra: e l'avrebbe fatto se non si fossero intromessi i principi d'Italia.
A' suoi tempi gravi pericoli correva la cristianità pei Turchi che s'avanzavano minacciosi. Il gran Solimano avea tolto Scio ai Genovesi, devastate le coste dell'Adriatico, dello Jonio, del Mediterraneo, talchè Pio IV avea dovuto fortificare Ancona, Civitavecchia, Roma stessa: il corsaro Dragut era sbarcato a Napoli, Kilig-Alì a Nizza; Selim II intimava a Venezia di cederle Cipro.
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