«Neppure a noi piace d'operar temerariamente: vogliamo che voi adopriate accorgimento, pazienza, moderazione: non ignoriamo quanto sia difficile revocare dagli errori quei che si scostarono dalla fede cattolica; crediamo bisogni sopportare molto per riguardo ai tempi; ma insieme diciamo che bisogna applicare senza indugio un rimedio, che avrà la maggior forza nel sanare il male. E qual rimedio? mi domanderete. Se non volete obbligar tutti i sudditi a ricevere i decreti del Concilio di Trento, almeno fateli osservare dai Cattolici, e massime in ciò che spetta al regime della Chiesa e alla correzione degli ecclesiastici. Non che offendere quei che declinarono dalla religione cattolica, ve ne procaccerà l'approvazione: giacchè i depravati costumi del clero spiacciono talmente a tutti, che i vizj de' sacerdoti e d'altri ecclesiastici diedero la principal ragione a tante eresie. I predicanti eretici con niuna cosa diffusero il veleno della dottrina loro più che col riprendere e sparnazzare i vizj degli ecclesiastici, e trarne odio e disprezzo; quest'è il dardo di cui principalmente si valsero per impugnar la verità della cattolica fede. E veramente il vulgo imperito non bada tanto alle cose che insegnino i sacerdoti, quanto al modo onde vivono; più è mosso dagli esempj che dalle parole. I cattivi costumi tolgono ogni fede al discorso. E che può darsi di più indegno che il veder coloro che dovrebbero porger esempio del viver casto, onesto, pio, viver turpemente, indecentemente, ribaldamente?
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