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      .... tra i più bei meriti della vera fede in questi tempi di tante eresie e apostasie, trovò che il principe della Toscana tien questa provincia immune dal mal seme più delle altre». Atteso ciò, e l'ossequio che Cosimo presta alla Santa Sede, e l'aver egli soccorso di denaro e d'armi Carlo re di Francia contro i ribelli ed eretici, e il prometter suo di prestarsi a difesa ed incremento della fede cattolica: e che domina con incomparabil sapienza e giustizia, reprime i pirati, i masnadieri, i sicarj, con buona flotta custodisce le coste, di moto proprio lo nominò granduca453, e gli diede una corona colla scritta, Pii V p. m. ob eximiam dilectionem ac catholicæ religionis zelum, præcipuumque justitiæ studium. Il granduca inginocchione giurò «alla sacrosanta Chiesa e alla Santa Sede la solita obbedienza e devozione che ha costumato, e che debbono i principi cristiani, offrendosi pronto con ogni suo potere per l'esaltazione e difesa della Santa Sede».
      Di quella dignità di granduca, che costituiva in Italia un principato indipendente, sdegnossi l'imperatore, che pretendeva aver egli solo il diritto di conferirla. Ai lamenti dell'imperatore, Pio V rispondeva: «Con che fondamento contestate questa potestà alla Chiesa? Chi altri che la Chiesa ha dato agli imperatori il nome e l'onore della loro dignità? Chi diede ad essi l'impero? Chi questo trasferì dall'Oriente in Occidente se non i miei predecessori?»454; Anche Filippo II, che vedea erigersi un emulo della sua potestà in Italia, portò lo sdegno al punto, che pareva imminente la guerra.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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