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      Esaminando attentamente il carteggio mediceo, vi trovammo lettera de' cardinali, che domandavano al duca volesse consegnare Pietro Paolo Vermiglio461; un'altra del cardinale De Pucci che lo mette in avviso contro i divisamenti politici degli eretici, a proposito di Celio Curione, sperando che l'apostasia di frą Bernardino Ochino smascheri alcuni ipocriti462: un'altra del cardinale Farnese463, adombrato del ritorno di esso Celio a Lucca, e chiedendo trovi modo di consegnarlo.
      Non ci appare lo facesse, ma pił gravi passarono le avventure di Pietro Carnesecchi. Fu costui di nobile prosapia fiorentina464, ben fondato nelle lettere greche e latine, bel parlatore, buon poeta, favorito dai Medici in patria, in Francia e a Roma. Giuliano de' Medici suo amico, quando divenne Clemente VII, lo elesse protonotaro e segretario, dove ottenne badie e pensioni ecclesiastiche. Del 27 giugno 1531 abbiamo una commendatizia per lui all'imperatore Carlo V come civis florentinus summa fide et singulari modestia vir, quem cum suis meritis et deditissimo animo in me, tum virtute et nobilitate ita amo, ut plus non possum, onde gli fu perfino concesso il cognome di Medici. Qual protonotaro apostolico gli sono dirette molte lettere di Pietro Paolo Vergerio dalla Germania nel 1533, esistenti nell'Archivio Vaticano, dalle quali appare quanta gelosia mettesse all'imperatore e ai Tedeschi la concordia che parea comporsi tra il papa e Francia, massime pel matrimonio con Caterina de' Medici. «Male disegna il papa e Franza poter vincere, perchč, con un semplice cenno e dissimulando un poco delle materie luterane, tutte queste forze di tutta Germania, tutti, sino i fanciulli e le femine, correriano cupidamente a danni della Chiesa, e non bramano altro che sovertere quello Stato: e con un sol cenno discenderia questa mala gente, contenta di questo premio solo di confonder papa ed aderenti e dipendenti» (Praga 31 dicembre 1533).


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantł
Utet
1865 pagine 728

   





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