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      La suddetta Madama di Ferrara disegna che io vada a lei in Orliens dove si giudica che sarà il principe di Condè, monsignor Momorensì, l'ammiraglio, monsignor d'Andalon, il cardinal di Cittiglion, tutti fratelli, e tutti protettori e difensori della purità della dottrina di Gesù Cristo. Perchè si vede in piedi una grandissima divisione, e conseguentemente una guerra civile et intestina in questo regno, se Dio non ci mette la mano. Io non farò se non quanto sarò consigliato da questa Chiesa, colla quale mi sono incorporato».
      Partecipate varie notizie, fa augurj che a Dio piaccia conservarlo nella sua grandezza, «e sopratutto darle vera cognizione della verità, acciocchè la sia ministro e istrumento di Dio per persuadere al papa che, deposto ogni ambizione ed ogni interesse, voglia una volta che si vegga e si conosca il vero di questa causa, come farebbe se egli medesimo volesse congregar un Concilio legittimo nel mezzo di Germania, trovarvisi in persona, e che davvero si riformasse la Chiesa, onde ne nascerebbe a lui gloria immortale appo gli uomini, e ne risulterebbe la salute sua eterna appresso Dio. Et in ogni modo a questo si verrà contra la voglia et potenza sua et di tutti i principi, perchè, come disse Gamaliel, la cosa viene da Dio et non dissolvetur»469.
      Parrebbe da qui che il duca fosse abbastanza connivente cogli eretici: fatto sta che non ommise opera per richiamar il Gelido, il quale, benchè già ascrittosi alla Chiesa di Ginevra, tornò in Italia e a Firenze, e ottenne una pensione dal papa.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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