....
«Fosti consapevole d'una provvisione di cento scudi l'anno che da una perversa umilissima tua, inquisita ed infamata d'eresia, si mandava a donna Isabella Brisegna eretica, fuggitiva a Zurigo, e poi a Chiavenna tra gli eretici.
«Biasimasti ed improbasti, insieme con una persona tua complice, come superflua e scandalosa la confessione della fede cattolica, fatta nell'estremo della sua vita da un gran personaggio473, nella quale tra le altre cose confessava il papa, e proprio quello che allora sedeva, esser vero vicario di Cristo e successore di san Pietro: lodando molto più il Valdes nel fine della sua vita, che 'l detto personaggio.
«Trattasti di avere in Venezia li pestiferi libri e scritti di detto Valdes da una persona tua complice che li teneva conservati474, per farne parte di quelli imprimere e pubblicare, non ostante la proibizione fatta da questo Sant'Uffizio, o almeno che fossero occultati e nascosti; insegnando non esser peccato ritener libri proibiti, ma opera indifferente secondo coscienza: offerendoti ancora esserne diligente custode, e affermando esser più peccato quanto all'anima bruciarli che conservarli... e trattasti con quella persona che detti scritti ti fosser mandati in Venezia per via sicura, sì per desiderio di conservarli, come anco per liberar quella persona dal pericolo che le sovrastava tenendoli.
«Hai creduto a tutti gli errori ed eresie contenuti nel libro del Benefizio di Cristo... Nel corso delle difese concedesti che affermativamente avevi tenuto secondo Valdes, sino all'ultime approbazioni e confirmazione del Concilio Tridentino, l'articolo della giustificazione per la fede, della certitudine della Grazia, e contro la necessità e merito delle buone opere.
| |
Isabella Brisegna Zurigo Chiavenna Cristo Pietro Valdes Venezia Valdes Sant'Uffizio Venezia Benefizio Cristo Valdes Concilio Tridentino Grazia
|