E dichiarando tali articoli intorno la giustificazione, dicesti non saper discernere bene che differenza fosse tra le opinioni di Valdes e la determinazione del Concilio, e non essere ancora risoluto se dovevi condannare o no la dottrina sua in questa parte».
Preso, il Carnesecchi avea mandato avviso che i libri proibiti ch'erano fra' suoi, fossero gettati in un pozzo. Il suo processo, del resto congenere a quel che già recammo del Morone, è curioso per le molte particolarità che se ne raccolgono intorno ad esso Morone, al Polo, al Foscarari, al Priuli, al Geri, al Flaminio, alla Giulia Gonzaga, alla Vittoria Colonna, alla Merenda, ad altri di quella scuola. Il duca Cosimo ne seguiva l'andamento; e il Babbi ambasciador suo a Roma, il 20 giugno del 67 gli scriveva:
«Avantieri, coll'occasione della cavalcata di Milano, scrissi all'eccellenza vostra illustrissima come si doveva jeri alla Minerva condannare alcuni Luterani, come si fece fino a dieci. Fra' quali non fu alcun nobile, se non un Mario Galeotto napolitano, quale abjurò; fu confinato in carcere per cinque anni, e privo in perpetuo, non poter in tutto il tempo di sua vita andar a Napoli. E fra essi fu uno aretino de' Tesini (?), quale ha moglie e figli in Calabria e possessi, e fu condannato al fuoco, e questa medesima mattina se n'è fatta l'esecuzione. Gli altri furono tutti plebei, e persone che non sanno nè leggere nè scrivere, e fra essi sono un aquarolo, e uno che lavorava al torno, che furono confinati in Galia (?) ed alcuni murati in prigione a vita.
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