Inoltre fu trovata riboccante d'eresie; delle quali sovrabbonda anche il prolisso commento che ne stese in sette tomi483. Ha un bel confortarlo Pietro Aretino a non badare al chiaccherar de' frati: quell'opera sua non merita che disprezzo. Nel Governo dell'ottimo principe si lagna d'esser caduto in disgrazia del suo principe. E per verità gli avrebbe meritato tutt'altro il suo libro sulla Toscana, la Francia e l'Impero che sta manuscritto nella Magliabecchiana, ove suggerisce centotto modi d'impinguare l'erario, i quali riduconsi a centotto modi di rubare. Inoltre noi trovammo ch'è faceva da spia al duca, riferendogli i fatti de' fuorusciti484. Non sembra disertasse dalla Chiesa cattolica; pure fu notato dal Concilio di Trento fra i condannati di prima classe, cioè restandone proibite tutte le opere.
Più tardi il cronista Settimani, al giugno 1626 rammenta Antonio Albizzi, che in Firenze istituì l'accademia degli Alterati e fu anche console dell'Accademia Fiorentina: mentre serviva al cardinale d'Austria in Germania prese affetto alle dottrine nuove, e con un amico venne in Italia onde metter sesto agli affari suoi, per poi andare ove liberamente professarle. Ma scoperti, l'amico fu côlto e dato al Sant'Uffizio; l'Albizzi fuggì, e tornò ad Innspruk, poi a Kempen in Svevia; e quando appunto il Sant'Uffizio, mediante cedoloni affissi in quei dintorni, gli iterava la citazione, morì.
Esso cronista Settimanni di tempo in tempo rammemora alcuni puniti per eretici. «Addì 27 giugno 1660 in Santa Croce, fu posto sopra elevato palco Marcello Basini di Pietralunga, d'anni 60, e furongli lette molte eresie e enormità commesse, in presenza forse di 12 mila persone.
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