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      Poi al 5 settembre 1558 scriveagli:
      «Io non volsi mancare di dare avviso a v. e. ill. di quel che mi era stato parlato da più persone di certa semenza d'eresia che par si sia sparsa in questa città da qualche mese in qua, e ne detti avviso generale, secondo che mi fu rapporto allora da quelli tali. Dalli quali di poi ho avuto una lista di più persone, parte nobili e parte artigiani e plebei, che ne devono fare più scoperta professione, la quale sarà con la presente. Ho voluto intendere più particolarmente quel che si sia visto o inteso delle lor male operazioni. Dicono che per le chiese sono stati visti udire solo il vangelio, e poi voltar le spalle al Sacramento, con atti ed altre dimostrazioni derisorie del comune culto divino, e ragionar del purgatorio in burla, e un di loro par che una mattina, ritrovandosi alla predica di un frate teatino o riformato, che conteneva del purgatorio, subito si partì ridendo, e dicendo che non voleva più star a udire simili favole; oltre al parlare poco conveniente498 dell'autorità della sedia apostolica. Ma perchè simili umori non si sogliono scoprire più oltre che con piccoli segni, parimenti la legge si contenta di piccoli indizj per poter perseguitarli. Il signor G. (Inquisitore, Governatore?) mi ha detto che n'è stato parlato a s. s. ancora, e che io gli facessi avere quella medesima nota come ho fatto: e poi se piacerà o all'e. v. o a s. s. si potrà procedere in quel modo che più li parrà opportuno (Omissis).
      «Lista dei nobili: li duoi figliuoli di M. Maria Sozini, cioè Carlo e Camillo.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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