Pietro Paolo Vergerio, nel commentar l'Indice de' libri proibiti fatto da monsignor Della Casa, dice che molti pensano non esservi stato all'età nostra, almen in italiano, alcuno scritto così soave, così pio, così semplice, e così adatto a istruir anche i più rozzi e deboli, massime sull'articolo della giustificazione. E soggiunge: «Ma ci è ancora da dire di questo Benefizio di Cristo. È un certo frate, che non lo vuole a patto alcuno: e con speranza di aver un benefizio dal papa, ha fatto una invettiva contro quel (benefizio) di Cristo crocifisso. È stato poi un altro buon ingegno e spirito che lo ha tolto a difendere, ed ha composto un dolce libro, e l'ha dato nelle mani di un cardinale, il quale ha fama di aver lume di conoscere gli errori della Chiesa e gustar la dolcezza dell'Evangelo; certo egli ha di molte virtù eccellenti. Ma mi risolvo che (se questo cardinale non lascia adesso venir fuori la difensione che egli ha in mano di quel buon libro, e se non si scopre a dire ch'egli sia buono) la fama sia falsa, e che non sia in lui quello spirito che molti hanno creduto. Egli suol dire che bisogna esser prudente, ed aspettar l'occasione e il tempo opportuno. È ben detto, ma non sarà occasione e tempo opportuno adesso, che in tanti modi tanta gente cerca di estinguer e sepellire il benefizio e la gloria di Cristo? Quando si vorrà egli dichiarare e farsi conoscere per suo soldato, se nol fa adesso che il suo Cristo è tanto combattuto, travagliato, afflitto? Orsù, starem a vedere cosa farà questo cardinale.
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