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      «Intanto pareria che le signorie vostre col loro braccio ordinassero che il vicario del vescovo facesse incontinente prendere quel Celio (il Curione) che sta in casa di messer Nicolò Arnollini, il quale dicono aver tradotto in volgare alcune opere di Martino, per dare quel cibo fino alle semplici donne de la nostra città, e che ha fatto stampar quei precetti a sua fantasia: oltrechè e da Venezia e da Ferrara se ne intende di lui pessimo odore. Così è da far diligenza in quei frati di Sant'Agostino, massime di ritener quel vicario, il quale s'intende per certo che ha comunicati più volte molti de' nostri cittadini con darli dottrina che quello debbon fare in memoria solo della passione di Cristo, non già perchè credino che nell'ostia vi sia il suo santissimo corpo. E custoditi con diligenza, li potranno mandare a Roma, o vero avvisare come li tengono ad istanza di sua beatitudine acciocchè ogni uomo cognosca che le signorie vostre vogliono cominciare a far qualche dimostrazione, ed essere, come sono stati i nostri avoli, buoni e cattolici cristiani e obbedienti figli della santa sede apostolica...
      «Questa mattina, da poi la partita dell'ambasciatore, in la congregazione fatta dalli reverendissimi deputati sopra queste eresie e errori luterani, dinanzi nostro signore sono state lette otto conclusioni luterane e non cattoliche di don Costantino priore di Fregonara, le quali sono tanto dispiaciute a n. s. e alli reverendissimi deputati, che mi hanno commesso che io scrivi a v. s. che lo faccino incarcerare con darne avviso, o che lo mandino con quello altro frate di Sant'Agostino.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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