Pagina (663/728)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      E così le ricerco che vogliano fare e con diligenza, perchè sarà grande purgazione del mal nome della nostra città, e mostreranno che tali errori li dispiacciono, e faranno cosa grata a Dio».
      Il senato mandò a scolparsene: insieme comandò che il gonfaloniere e gli anziani si porgessero più frequenti alle sacre funzioni: consentì l'arresto d'alcuni sospetti, fra' quali il priore di Fregonara che potè fuggir a tempo, e l'innominato agostiniano, che fu tratto di carcere da aderenti suoi.
      Se credessimo al Beverini, tardo espositore degli Annali Lucchesi, Luiso Balbani, dimorante per affari a Brusselle, per opera del gran cancelliere Granuela potè non visto intender un colloquio fra l'imperatore, il nunzio pontifizio e l'oratore del duca di Toscana, ove lamentavansi che la repubblica di Lucca fomentasse l'eresia, sicchè converrebbe metterla in dipendenza di Cosimo, se tosto non si emendasse. Il Balbani sarebbe corso ad annunziarlo al patrio senato, e i senatori che sentivansi in colpa, sbigottiti fuggirono.
      Nessun atto appoggia questa, ch'egli dà come tradizione orale. Pure Pietro Martire Vermiglio, dirigendo ai fratelli lucchesi l'apologia della propria fuga, si congratulava che colà i credenti aumentassero. Forse ne esageravano il numero sì Roma per voglia di piantarvi l'Inquisizione, sì il signor di Firenze per toglierne pretesto a mettere le mani su quell'ambita repubblica, la quale pensò ovviare i pericoli con esorbitanti rigori. Il consiglio generale con bando del 15 maggio 1545. «Dubitando che siano alcuni temerarj, li quali, con tutto che non abbino alcuna intelligenzia delle scritture sacre nè di sacri canoni, ardischino di metter bocca nelle cose pertinenti alla religione cristiana, e di essa ragionar così alla libera come se fussero gran teologi, e in tali ragionamenti dir qualche parola, o udita da altri simili a loro, o suggerita dalla loro diabolica persuasione, la qual declina e tiene della eresia, e legger anche libretti senza nome d'autore, che contengono cose eretiche e scandalose; donde potrebbe facilmente succedere, che non solo essi s'avviluppassero in qualche errore, ma vi avviluppassero anche dentro degli altri», multa siffatti discorsi, ed ai recidivi sin la galera; assolto chi denunzia altri; i libri d'eretici si consegnino, pena la confisca; non si mantenga corrispondenza con eretici, e nominatamente coll'Ochino o don Pietro Martire; tre cittadini siano eletti annualmente per vigilare su tali colpe.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





Dio Fregonara Beverini Annali Lucchesi Luiso Balbani Brusselle Granuela Toscana Lucca Cosimo Balbani Pietro Martire Vermiglio Roma Inquisizione Firenze Ochino Pietro Martire