Il che, si come manifesterà al mondo quanto sia qui dispiaciuto l'operato di detti oriundi lucchesi con la pubblicazione di detto libro, e l'aborrimento che ognuno tiene del loro invito, così farà conoscere che in pubblico e in privato non si vuole in alcun modo dar adito a trattare con persone separate dal consortio della vera religione e dall'obbedienza verso la santa sede, e per confermarci sempre più ne' sentimenti delli antenati nostri che ne riportarono tanta commendatione dalla santa memoria di papa Pio IV per li decreti fatti in quel tempo».
Il gonfaloniere disse che anche il settimo libro ereticale era stato consegnato, pochi istanti avanti. Per decreto del Maggior Consiglio dello stesso giorno furono i libri abbruciati per mano del boja sulla pubblica piazza di San Michele.
Nel 1713 Clemente XI rimproverava il gonfaloniere e gli anziani lucchesi perchè avean emanato un ordine contrario alla ecclesiastica giurisdizione e all'autorità della santa Inquisizione, imponendo stessero a quanto avea prescritto Paolo V col breve 13 ottobre 1606.
Tra i fuggiti indicammo Simone Simoni. Nacque non a Lucca, ma a Vagli nella Garfagnana, attese alla medicina, e abbracciate le opinioni calviniche, si stanziò a Ginevra verso il 1565, e carezzato come sogliono i fuorusciti, ebbe incarico d'insegnar pubblicamente. Però, al pari d'altri italiani, trascese presto in concetti, che il Beza denunziò come antitrinitarj, e i teologi di colà anatemizzarono; lo perchè fu due volte imprigionato. Riuscito a fuggire, ritirossi ad Eidelberga, ivi pure nominato professore, ove il 20 dicembre del 1568 lesse sopra l'assioma peripatetico Ex nihilo nihil fit: dal qual canone partendo, sosteneva che anche il Verbo era fatto.
| |
Pio IV Maggior Consiglio San Michele Clemente XI Inquisizione Paolo V Simone Simoni Lucca Vagli Garfagnana Ginevra Beza Eidelberga Verbo
|