Furono italiani che compirono la doppia dissoluzione della disciplina e della gerarchia, col repudiare le fondamentali verità; e in nome dell'illimitata autorità della ragione impugnando l'idea stessa, l'ontologia cristiana, sostituendovi il nominalismo e il sensismo, mascherato di razionalità, e solo temperato da quei rudimenti o simulacri ideali, che i dotti Gentili aveano salvato dal naufragio delle verità primitive. Nè credansi gente di stola e di tonaca: ma giureconsulti e medici, che nella Bibbia non trovando espresso il dogma della Trinità, lo impugnarono, a guisa degli antichi Ariani negando la divinità di Cristo, la consustanzialità del Verbo, ed altre invenzioni (diceano) de' sofisti greci. Qual bisogno avea Dio di far tanti circuiti per salvarci? un atto della sua volontà, e i nostri peccati erano rimessi. Quanto all'istruirci, bastavano le dottrine e gli esempj d'un uomo pieno di Spirito Santo, senza che fosse Dio. Il Cristo è colui che sublimò l'umanità al più elevato sviluppo religioso.
Forse ne dubitavano l'Ochino ed altri Riformati, e probabilmente la Società di Vicenza, della quale discorreremo. A questa apparteneva Giovan Valentino Gentile, figlio del medico Matteo Gentile da Cosenza, che per seguire le idee nuove era spatriato. Valentino professò a Ginevra, e in un libro dedicato al re di Polonia diceva: «Trinità è parola che non leggerete mai nella Santa Scrittura o ne' simboli cattolici, nè quelle parole affatto umane di ????????, persona, essenza, ipostasi.
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