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      Valentino andò predicando i suoi canoni in Francia, e in Polonia, donde uscì quando quel re, nel 1566, bandì gl'insegnatori delle nuove dottrine, fu in Moravia ed a Vienna, poi essendo morto il suo grand'avversario Calvino, credette poter tornar impunemente in Isvizzera. Ma avendo con ciò rotto il bando, fu côlto l'11 giugno 1566, e dopo regolare processo, decapitato a Berna. Andando al supplizio dicea: «Gli altri han dato il sangue pel Figlio; io son il primo che avrò l'onore di versarlo per la suprema gloria del Padre»538.
      Gian Paolo Alciato milanese, che morì a Danzica, da Austerlitz scrisse due lettere nel 1564 e 65 a Gregorio Paoli, in sostegno della dottrina unitaria, per le quali dal Beza era detto «uom delirante e vertiginoso»; da Calvino «ingegno non solo stolido e pazzo, ma frenetico sin alla rabbia»539. Son della scuola stessa l'abbate Leonardo, Nicolò Paruta, Giulio da Treviso, Francesco da Rovigo, Giacomo da Chiari, Francesco Negri. L'Alciato, l'Ochino, il Biandrata furono tra i diciassette teologi, che il waivoda Radzivil adoperò per tradurre la Bibbia (Biblia swieta, tho iest ksiegi stárego y noweyo zakonu ecc., 1563).
      Matteo Gribaldi detto Moffa, da Chieri, legista reputato, professò in Francia e Spagna, indi chiamato a Padova nel 1548 collo stipendio di 800 e poi di 1100 fiorini, vi acquistò tal fama, che la sala non bastava agli ascoltatori. Mal dissimulava le proprie opinioni, favorevoli ai novatori, finchè sospettato autore del libro che dicemmo stampato a Basilea nel 1550 ove si descriveva la morte di Francesco Spiera, fuggì. Antichi suoi discepoli il presentarono a Calvino, e questo, sospettandolo infetto dell'eresia unitaria, per la quale egli allora faceva processare Serveto, ricusò riceverlo, nè assentirgli tampoco un colloquio, temendo non parlasse a favore delle dottrine accusate.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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