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      A Cracovia, due alchimisti inglesi, i quali prometteano una gran riforma che per lor mezzo Iddio farebbe della sua Chiesa, lo persuasero che poteano, mediante il commercio con certi spiriti, scoprir cose ignote al resto degli uomini; ed egli vi credette, e cercò per le stampe persuaderne altri. Disingannatone (1586), si ravvide anche de' suoi errori, in man del vescovo di Piacenza, nunzio pontificio a Praga, si ritrattò il 1595, e fatta la penitenza e ordinato prete, servì come secretario al cardinale Pompeo d'Aragona. Nel 1592 in Olanda aveva stampato un'opera, ove sosteneva che nè ignoranza, nè incredulità, nè mancanza di battesimo impediscono che uno si salvi, purchè viva onestamente; opinione confutatagli da Cattolici, da Luterani, da Calvinisti. Che fosse arrestato per ordine del vescovo di Salisburgo e mandato a Roma, dove fosse bruciato, viene asserito, ma non sappiamo con quale appoggio.
      Il Theiner riferisce559 che il nunzio papale voleva chiamar in Polonia il Bellarmino e Francesco Toledo onde reprimere gli eretici italiani, i quali erano Buccella560, Michele Bruto veneziano, Simone da Lucca, Prospero Provana, Fausto Soccino, l'Alciato milanese, il Bovico bolognese, Fabrizio Pallavicini di Chiavenna, Rosmino Rosmini di Roveredo.
      In parte già conosciamo costoro; ed abbiam pure nominato fra quei che predicarono in Polonia Francesco Stancario mantovano. Insegnando ebraico, in un'accademia eretta a Spilimbergo nel Friuli da Bernardino Partenio, avea manifestato idee eterodosse, onde dovette fuggire, e da Basilea diresse ai magistrati veneti un trattato della Riformazione561. Mentre Osiandro insegnava che l'uomo è giustificato dalla giustizia essenziale di Dio e che Gesù Cristo è la nostra giustizia secondo la sua natura divina, lo Stancario sosteneva che Gesù Cristo è il nostro mediatore soltanto secondo la sua natura umana.


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Gli eretici d'Italia
Volume Secondo
di Cesare Cantù
Utet
1865 pagine 728

   





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