Marco di Lilio, civis venetus vir pius et fidelis, lo paragona alla lumaca, che lascia il segno dovunque passa562.
Lo Stancario però non può dirsi propriamente unitario: bensì un di quei litigiosi, che trascendono la meta, esagerando nel confutare. Dopo che a Königsberg, per ribatter Osiandro diede all'umanità di Cristo tutto ciò che quegli dava alla sua divinità, a Francoforte sull'Oder trova Andrea Musculo, che, per confutar lui, sostiene che Gesù Cristo, mediator nostro in quanto Dio e in quanto uomo, era morto come Dio. Difendendo la sua opinione in Polonia, imputa gli avversarj di arianesimo, e così obbliga a sciagurate transazioni. Nell'opera Contro i ministri di Ginevra e di Zurigo (Cracovia 1562) scrive che: «il solo Pietro Lombardo val meglio che cento Luteri, ducento Melantoni, trecento Bullinger, quattrocento Pietro Martiri e cinquecento Calvini; de' quali tutti, se si pestassero in un mortajo, non se ne strizzerebbe un'oncia di vera teologia».
Oltre una grammatica ebraica, pubblicò un'esposizione dell'epistola di san Giacomo; De trinitate et mediatore D. N. J. C. adversus Bullingerum, Petrum Martyrem, et Joannem Calvinum, et alios... ecclesiæ Dei perturbatores; e altri scritti polemici. Ostinato a dimostrare che le Chiese riformate son ariane ed eutichiane, lanciava ingiurie a tutti. Calvino qualificava il suo di non absurdum modo sed exitiale commentum, quo vir ille false turgidus et novitatis nimium cupidus, ortodoxæ fidei principia labefactare conatus est: e più che ragioni diresse contro di lui Orichovio nella Chimera, dove insiste perchè il re di Polonia stermini sì fatti novatori.
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