Coi Riformati tentò ella dapprincipio la conciliazione, e fu per sua opera che si tenne un colloquio a Passy. Per ottenerlo essa avea scritto a Pio IV, esponendo, le opinioni in Francia esser propense alla Riforma, come sempre verso ciò che è nuovo e che fiede l'autorità; quelli staccatisi dalla Chiesa sommare a tanti, da non potersi più reprimere con leggi e coll'armi, comprendendo magistrati e nobili, uniti e formidabili, ma non trovarsi fra loro nè anabattisti, nè libertini, nè d'altre opinioni mostruose, tutti ammettendo il simbolo apostolico. Perciò taluni pensano si deva tollerarli, benchè deviino in altri punti; sperando che Iddio dissiperà le tenebre, e farà sfavillare a tutti la luce e la verità. Qualora il papa volesse aspettar le decisioni del Concilio9, bisognerebbe al male pressante trovar rimedj particolari per richiamare i traviati e ritenere i fedeli. Pei primi, il miglior mezzo sarebbe l'istruzione; pacifiche conferenze tra quei delle due parti che possedano maggior scienza e amore di pace; ne' vescovi zelo di predicare, d'avvertire, d'esortar alla carità, alla concordia; astenersi da diverbj e da termini ingiuriosi. A quelli rimasti in grembo della Chiesa, ma con dubbiezze e difficoltà e travagli di spirito, vorrebbesi toglier ogni occasione di scandalo; sbandire l'adorazione delle immagini e la recente festa del Corpus Domini: nell'amministrazione del battesimo ommettere gli esorcismi e la saliva e le preghiere estranie all'istituzione del sacramento. Vorrebbesi anche ammettere tutti alla sacra mensa sotto le due specie; non comunioni nè messa in privato, ma tutti insieme, e dopo la confessione generale de' peccati, e cantato i salmi, e facendo preghiere pel re, pei signori, per gli ecclesiastici, pei frutti della terra, per gli afflitti; tutto in vulgare anzichè in latino, acciocchè i fedeli possano scientemente esclamare Così sia.
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