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      In realtà gli Ugonotti aspiravano a repubblica e a spezzar la Francia in provincie confederate: Calvino avea dichiarato che il re, il quale non ajuta la Riforma, si abdica da re e da uomo, onde perde il diritto di farsi obbedire, e merita gli si sputi in faccia, come a tutti i re cattolici. I suoi seguaci formavano quasi una potente massoneria: aveano fatto molte parziali uccisioni; le insurrezioni succedeano contemporanee, come allorchè son effetto di intelligenze segrete: levarono uomini e denari; e nel 1563 settantadue ministri calvinisti aveano sporto al re una petizione acciocchè prevenisse le eresie e gli scismi e le turbolenze che ne derivano, punendo severamente gli eretici, cioè chi dissentiva dalla loro confessione. Pare ancora che il famoso grancancelliere L'Hopital e il cancelliere Ferrier, protestante celato che stava ambasciadore a Venezia, e molto stretto con frà Paolo Sarpi, tramassero per istaccare il re dal papa, e indurlo a costituire una chiesa nazionale. E già i risoluti allestivansi a guerra rotta; gli Ugonotti, capitanati dal Condè, non esitarono a ceder all'Inghilterra le fortezze francesi; e coll'assassinio liberaronsi del duca di Guisa, capo de' Cattolici. Caterina, più fida al partito nazionale, malgrado i consigli di Filippo II e del duca d'Alba, credendo suo primo dovere l'evitar la guerra intestina, sopportava persino le sommosse parziali, le uccisioni, l'aperta resistenza; cercava tempo dal tempo; dicono gli uni per debolezza, dicono gli altri per ambizione: l'avrebbero esecrata come sanguinaria se reprimeva i primi eccessi: l'esecrarono quando di passo in passo lasciolli crescere fin alla spaventosa catastrofe di San Bartolomeo.
      Il granduca di Toscana avea cercato insinuare di perdere i nemici di Francia piuttosto in pace che in guerra. «Consideri la santità sua che, nel travagliare quel regno con l'armi, si fanno ogni dì nemici al re ed alla religione cattolica, nè può con tutti li ajuti che gli porga rimediarvi sua beatitudine; anzi, che i tristi si valeranno a suscitar le genti contra il principe loro naturale con il nome del papa, siccome si è veduto per il passato; dove che nella pace e quiete del regno sarà in potere di quelle maestà spegnere quei capi facinorosi e seduttori, e di questa maniera ridurre il restante a poco a poco e con facilità al gremio della Chiesa romana»15.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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