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      Per cura de' governanti le conventicole cessarono, anche prima che il Valdes morisse circa il 1540. In quest'anno il Carnesecchi avea già letto il libro del Benefizio di Cristo, forse ancora manoscritto, e che certamente era stampato nel 1543 a Venezia, e molto fu diffuso nel reame. Allora racconta il biografo di Galeazzo Caracciolo che infestavano il regno di Napoli alcuni Ariani e Anabattisti, «i quali, veduto che Galeazzo non aveva ancor raggiunto la piena cognizione delle Scritture, non tralasciarono nulla per insinuargli i loro dogmi falsissimi». Ma egli conversò quotidianamente coi discepoli del Valdes «che in Napoli erano numerosissimi, e che nella cognizione della verità cristiana non erano progrediti oltre l'intelligenza dell'articolo della giustificazione e lo schivare alcuni abusi del papismo: per altro usavano alle chiese, udivano messa, partecipavano alle consuete idolatrie». Esso li seguì alcun tempo, e ciò l'avrebbe certamente rovinato, come altri rovinò, i quali arrestati per motivo di religione, mancando de' primarj fondamenti si ritrattarono, come avvenne al Caserta ch'era stato il principale stromento della conversione del Caracciolo.
      Allora furono proibiti varj libri che prima eransi stampati liberamente, quali esso Benefizio di Cristo, il Sommario della Scrittura, opera di Melantone; e nel largo davanti la porta dell'arcivescovado furono bruciati, dopo una predica del domenicano Ambrogio de' Bagnoli. Il Castaldo che lo racconta, assicura che dopo d'allora non s'intese che alcun più li tenesse, e chi parlava della santa scrittura lo facea con più modestia e sobrietà. Poi una nuova prammatica del 1545 sulla censura de' libri, e la soppressione di alcune accademie fecero svanire lo studio di quelle curiosità32.
      Al Caracciolo avvenne altrimenti, perchè, venuto in Germania per gl'incarichi suoi, prese ad operare più intrepidamente che non i Nicodemiti che avea lasciati in Italia, e principalmente gli giovò Pietro Martire Vermiglio, che allora dettava in Argentina.


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Gli eretici d'Italia
Volume Terzo
di Cesare Cantù
Utet
1866 pagine 895

   





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