Una tal solenne cerimonia fu compiuta con regal pompa, in presenza de’ baroni e di tutta quanta la corte del re, nell’antica chiesa già demolita, in cui si è fatta menzione poc’anzi.
In quella stessa chiesa conservavansi fino al 1574 le sepolture delle monache, e le ossa d’altri defunti, in monumenti che rimontavano fino alle primitive età del monastero, siccome risulta dalla cronaca di donna Fulvia Caracciolo, una delle mie antenate e monaca nel detto monastero, vissuta intorno all’epoca in cui venne introdotta la clausura. Commovente è la descrizione ch’essa ci lascia del trasferimento delle surriferite reliquie dalla chiesa antica a luogo più sicuro, avvenuto sotto l’abbadessato di Lucrezia Caracciolo.
«Restavano» scrive essa «solo nella chiesa le sepolture, nelle quali erano posti i corpi morti delle sorelle, e d’altri defunti: e perché rimanevano scoverte, pungeva a noi il core estremo dolore, avvenga che non havevamo luoco atto, dove potessimo riserbare l’osse
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de’ nostri antecessori, tanto più che di fresco erano morte alcune, che a volerle tor via, poiché erano i corpi jntieri, n’inducevano a tanto ramarico, che di pietà ogn’una di noi si sentiva venir meno; all’ultimo una notte, seguente a’ 20 d’ottobre di detto anno 1574, per un dare spavento et horrore alle sorelle, jo, insieme con donna Beatrice Carrafa, donna Camilla Sersale, donna Isabella, e donna Giovanna de Loffredo, chiuse prima le porte della chiesa, e, dicendo l’officio de’ morti, fecimo in nostra presenza votare tutte le sepolture, usando ogni diligenza possibile, che fossero ben nettate, e riponemmo l’ossa in un’altra cantina con quest’ordine: fecimo far tante casse de’ morti quante erano le sepolture, et havendo di quelli i poste le già dette osse, fecimo ad ognuno un scritto di fuori, acciò che si conoscessero di chi fossero».
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Fulvia Caracciolo Lucrezia Caracciolo Beatrice Carrafa Camilla Sersale Isabella Giovanna Loffredo
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