Questo passaggio, che ho letto più volte nello stesso manoscritto, mi ha fatto ogni volta rabbrividire, pel timore che le mie ossa, destinate a restare in consegna alle mie compagne di reclusione, non subissero un giorno le medesime vicende.
Egli è pur da questa cronaca che siamo informati del vestire antico delle monache benedettine e del loro ufficiare ne’ libri longobardi:
«Intorno poi al vestire che noi usavamo, dirò, che andavamo vestite di bianco; però le tuniche a modo di un sacco, a punto come sono quelli che portano oggidì le donne vidue, ma di panni fini e bianchissimi; in testa portavamo una legatura greca, ornata con molta modestia; leggevamo a’ libri longobardi, e perciò la maggior parte della vita spendevamo ne i divini uffici, per esser in quei tempi assai lunghi e da noi con molta solennità celebrati. Le moniche ch’entravano in questa religione in tre diverse giornate, usavano tre modi di cerimonie. Primieramente si monacavano per mano dell’abbadessa, un giorno dopo dette “le Vespere”, ove ne troncava le trezze. Dopo alcuni mesi, o anni, secondo l’età, pigliavano il secondo ordine, ch’erano alcune dignità nel coro. Il terzo ordine si pigliai nell’età perfetta, da quindici anni in su, e nel pigliar questo ordini diceva primariamente la messa dello Spirito Santo; e mentre quella si celebrava di nuovo, ne tornavamo a tagliare i capelli. In questa guisa cavavamo nella fronte una ghirlanda de capelli, la quali partita in sette fiocchi, nell’estremo di ciascun di quelli l’abbadessa ,poneva una ballotta di cera bianca e così stavamo finché si ma poi finita la messa, la medesima madre tagliava i fioc-
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Vespere Spirito Santo
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