Il soffio secolarizzatore della moderna civiltà benché respinto e talvolta dissipato dall’azione combinata di due indigeni nemici avversi del pari all’emancipazione della coscienza e della ragione, dalla reazione del clero e dal politico despotismo, pure non mancò di penetrare poco o molto anche in questa contrada. Ma, malgrado le tacite rivoluzioni di principii e di costumi, che provocarono ne’ due secoli precedenti l’estinzione spontanea di parecchi ordini, e la fusione di più stabilimenti ecclesiastici in un solo: malgrado l’operosa sollecitudine con che l’occupazione francese, a’ tempi della repubblica, restrinse ai minori limiti possibili la mostruosa superfetazione del clero secolare, e soppresse, sì nel Piemonte che nell’ex regno borbonico, moltissimi monasteri (200 in circa nella sola penisola meridionale); malgrado i più recenti provvedimenti del governo italiano relativi all’estinzione graduale del monachismo, tuttavia l’Italia continua ad essere, come per lo passato, il paese levitico per eccellenza, ed è aggravata da tante prelature e gerarchie, da cotanto clero regolare e secolare, quanto sorpassa di gran lunga la necessità del religioso servizio.
Maggiore ancora è la proporzione per i monasteri de’ diversi ordini, siccome in un quadro comparativo nota uno de’ più accreditati organi della stampa francese. In Francia, a’ tempi or ora accennati, eranvi 1081 abbazie, di cui 800 d’uomini, e 281 di donne; e 619 capitoli, fra cui 24 di nobili donzelle.
Vediamo l’Italia!
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