Pagina (172/337)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Il sacerdote non poté entrare nella stanza per recitare qualche prece, se non nel solo momento in cui l’infelice esalava lo spirito. Restituì essa l’anima al Creatore intorno al vespro.
      La beltà che nell’assenza della ragione erasi spenta, riapparve commovente sull’esanime spoglia di quella infelice. Quale serenità rifluì allora sulle sue fattezze, insino a quel punto sconvolte dalla follia, tramutate dall’occulto cordoglio! Era sul tramonto. Un raggio di sole morente, dardeggiato traverso le imposte della finestra, venne per un momento a posarsi sul sembiante della morte, a baciarle tremolando la punta delle ciocche... Anche quel messaggiero della divina misericordia un momento appresso era scomparso!
      Ella se n’era ita libera: io rimaneva.
      Sfogliai un mazzo di purpurei garofani, e ne versai un pugno sul corpo della defunta.
     
      [146]
     
     
      XIVLe ladre
     
     
     
     
     
      Supponi una banda di trenta malfattori i quali, dopo averti fermato e picchiato e dispogliato del tuo avere, stanno fra loro consigliandosi se debbono pur toglierti la vita! Tra quella gente inferocita nel misfatto non si troverà per avventura taluno meno degli altri sanguinano, che interceda per la tua salvezza? E se invece di trenta malandrini fossero queglino cinquanta o sessanta, non cresce in tuo favore la probabilità? Or supponi quella banda, composta di cento, trecento, cinquecento persone! In tale caso scommetterei dieci contr’uno che la tua vita sarebbe salva: impossibile che in tanto numero non si trovi quell’uno, che sappia come strapparti all’iniqua fine.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





Creatore