Pagina (209/337)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tale studiata preferenza indignò le monache, le quali bisbigliavano contro la badessa, e dissero, dietro le mie spalle:
      «Che fastidio! si parlerà dunque in eterno della Caracciolo
      «Eminenza» fece la superiora, «debbo denunziarvi questa signora monachella che ogni giorno più si atteggia a misantropa. Fugge la compagnia, passa gran parte della giornata rinserrata nella sua cella, e nelle ore di ricreazione non si vuol unire colle altre monache».
      «Lasciatela un momento sola con me» disse l’arcivescovo in tuono di potestà patriarcale.
      Le monache uscirono malcontente, ed io mi sedetti a qualche distanza, curiosa di vedere come Sua Eminenza avrebbe intavolata la sua orazione.
      Ei si compose in atto affabile, affine di ispirarmi fiducia, si terse il sudor del volto colla pezzuola di batista, poscia m’interrogò:
      «Per qual motivo ve ne state sempre sola e pensierosa?»
      «Sarebbe anche questo un delitto? Quando adempio a’ miei doveri ed obbedisco a’ precetti, mi pare che gli altri non dovrebbero brigarsi delle mie abitudini».
      «Però vorrei poter vedere traverso le pareti ciò che fate per tante ore sola nella vostra stanza. Il confessore non deve internarsi in tutto?»
      «Leggo, scarabocchio, lavoro: è forse anche questa un’infrazione?»
      «Sicuramente. Non vi è lecito leggere o scrivere se non opere di devozione. E, di grazia, che state leggendo e scrivendo?»
      « Cerco nella lettura di qualche libro istruttivo un conforto alla oppressione che m’abbrutisce; sbozzo le memorie di questa mia captività per lasciarne un ricordo, se mi verrà fatto».


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





Caracciolo Sua Eminenza