»
[218]
« Col commissario Morbilli».
Dio, qual nome! Mi scossi, come per violenta scarica d’elettricità... Era lo spavento di tutta Napoli.
Il duca Morbilli (povera nobiltà della patria di Vico!), cagnotto fedelissimo del re, e satellite de’ Del Carretto, era salito in grido meno per virtù del suo operosissimo servizio che pel terrore sparso dalle sue visite, e per la mitologica voracità che lo travagliava. Chi de’ napoletani non avrebbe preferito d’avere in casa, non dirò lo spirito maligno, ma almeno il fuoco, od il vaiuolo, od altro micidiale malanno, anziché il Morbilli?
«E questi» continuò egli a dire, accennando al compagno, «questi è un prete della curia».
Capii subito tutto quello che mi aspettava.
«Che cosa vogliono da me?» domandai, a modo di carbonaro sorpreso in flagrante dal commissario.
«Ella è arrestata».
«Arrestata! Possibile! Perché?»
«Possibilissimo, e dovrà seguirci».
«Dove?»
« In convento».
«In quale convento?»
«Nel Ritiro di Mondragone».
«Posso io sapere per sentenza di quale tribunale, od almeno per ordine di chi?»
«Questo non la riguarda».
Havvi dei momenti critici nei quali Dio infonde al debole magnanimità, perché non si lasci schiacciare dalla prepotenza del più forte.
«Mi riguarda più che non riguarda lei stessa» dissi con fierezza a quella strisciante Eccellenza: «nondimeno sarà seguita; vo a vestirmi».
Iniziato in tutti i segreti della professione di berroviere Morbilli volle indagare se dalla mia stanza si fosse potuta effettuare qualche evasione, e veduta una sola uscita, si compiacque di permettere ch’io mi vestissi in libertà. Fui allora seguita da Maria Giuseppa, la quale dall’estremo spavento privata di ragione e di favella, gittò la più grande confusione sì nella mia, che nella sua propria acconciatura.
| |
Morbilli Napoli Morbilli Vico Del Carretto Morbilli Ritiro Mondragone Dio Eccellenza Morbilli Maria Giuseppa
|