Indi volta al commissario:
«Spero» dissi, «che sapendo di chi io son figlia, non vorrete farmi fare il tragitto a piedi».
«Né impedirete che io e sua sorella l’accompagniamo» soggiunse mio cognato.
Morbilli fece venire una carrozza, e permise che i congiunti mi accompagnassero. Intanto Maria Giuseppa non cessava di stringermi le mani e coprirle di baci; era tanto straziante la desolazione di quella infelice, che n’ebbe piet2ì perfino.., un Morbilli.
«Coraggio!» le dissi finalmente; e, svincolandomi da lei, uscii la prima dalla porta.
Le scale erano tutte gremite di birri, come se si fosse trattato di
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sorprendere nella macchìa una banda di briganti, e più di cento persone eransi radunate fuori del portone per godere dello spettacolo.
La chiesa e l’edifizio di Santa Maria delle Grazie di Mondragone posti presso San Carlo alle Mortelle formano il ricovero che Elena Aldobrandini, duchessa di Mondragone, preparava nel 1653 per le dame napoletane, che, venute in basso stato e rimaste vedove, volessero trarvi vita tranquilla e monastica. Oggi vi è pur ammessa qualche educanda, ma in sostanza lo stabilimento è destinato all’uso di ergastolo.
Giuntavi poco innanzi alle 3, montai la scalinata, che dalla prima porta di strada conduce sopra; all’ingresso della seconda trovai postati due preti, e presso a loro la superiora, che colà chiamasi priora. Uno dei preti era quello spettro di Banco, che condotto aveva Morbilli pel mio arresto; era l’altro il superiore ecclesiastico del locale, quel desso che per la sua furibonda reazione lasciò nel 1848 tristissima rinomanza del suo carattere, quel desso, che come regio revisore cancellava sempre da’ manoscritti l’italiano vocabolo eziandio, forse perché ricordava nella desinenza il nome d’un vindice supremo.
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