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      Aveva trovati gli Austriaci, scabbia passaggiera, ci lasciò gli Svizzeri, ignominia del loro proprio paese, duratura miseria del nostro. Aveva trovato i murattisti e i costituzionali del ‘20; ci lasciò i canosini e i liguoristi. L’università insozzata da’ preti, l’erario vuoto pel viaggio di Spagna; per gloria militare, la capitolazione di Tripoli; come decoro, l’ordine del merito, ricompensa di spie e di bargelli; la marina distrutta; il principe di Metternich a sovrano di fatto; il debito pubblico, che Ferdinando aveva nel 1815 trovato a 94 mila ducati annui ed il parlamento del 1820 aveva appurato ad un milione e 440.000 ducati, lasciava Francesco a 3.190.850 ducati, oltre quattro milioni e mezzo di debito galleggiante; il budget, che aveva trovato a ventitré milioni, lasciava di circa ventisette: un milione trecento mila ducati di pensioni, di grazie per ricompensare servigi turpi e infami.
      «Noi ci sforziamo, Sire, onde non parer pessimisti, a trovare qualche cosa che onori la vostra casa, e non troviamo che le sfrenate libidini della regina Isabella: noi vorremmo citare alcun tratto che torni caro ai Napoletani, venerando all’Italia, e non troviamo che le esecuzioni del Cilento, il tranello teso ai Capozzoli, il viaggio a Roma per baciar il piede a Pio VII, e quello a Milano per piegare il ginocchio dinanzi a Metternich. Deh! Sire, obliamo noi alcun benefizio, tranne il cangiamento di Canosa in Tonti? Omettiamo noi alcuna illustrazione della vostra stirpe, tranne i tre milioni che pagammo per la illogica moschea di San Francesco di Paola?


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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