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      Cristo, in niun luogo: Antonelli in qualche parte: e più generalmente, odio a Vittorio Emanuele. Per regnare – e non un giorno solo tranquillo, anzi chiuso nel suo Escuriale di Gaeta, odiato, odiando – Ferdinando ebbe a commettere 897 assassinii politici, chiuse negli ergastoli 15.621 cittadini,
     
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      condannò alle prigioni 73.000, e tenne sotto sorveglianza meglio di 200.000 tra Napoli e Sicilia. In paragone di lui, il duca di Alba fu un angelo di pace!
      «Ferdinando non ebbe delle bombe che per isterminare i suoi sudditi, non parole cortesi, che per i nemici d’Italia. Insolente nella prosperità, e quando, e con chi poté esserlo impunemente; precipitò nella pusillanimità, quando lo prese il pericolo alla gola. Gli Stati Uniti dimandarono indebite indennità, ed ei pagò; l’Inghilterra gl’impose leonine condizioni per gli zolfi, ed ei le segnò; il Piemonte volle la restituzione del «Cagliari» ed ei la fece; Talarico (perfino Talarico!) volle venire a patti per rendersi, ed ei mandò il suo ministro onde capitolare col brigante. Nessuno al mondo più di lui baciò immonde mani di preti e di frati. Re, autorizzò i suoi funzionari a rubare, e divise in comune il prodotto delle rapine, poi fece l’usura come il duca di Modena, ed associossi agli accaparratori per affamare il reame. Non vi è insomma nella vita del padre vostro atto alcuno che non sia vituperio o delitto... Egli è il re della negazione di Dio!
      «E dopo ventinove anni di regno che cosa resta di lui? Un soprannome: Bomba; e per giunta, la vostra espulsione, Sire, la fine della dinastia borbonica.


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Misteri del chiostro napoletano
di Enrichetta Caracciolo
pagine 337

   





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