Di tal guisa F. D. Guerrazzi ha compiuto il ciclo de' suoi romanzi di antico argomento. Dopo narrato la caduta della libertà e preso vendetta dei percussori ed eredi di lei - imperocché l'Assedio, l'Isabella Orsini, la Beatrice Cenci possono riguardarsi come una trilogia sanguinosa, della quale la Battaglia di Benevento è il prologo, e la Veronica Cibo il picciol dramma satirico - ora mostra di voler modificare la sua prima maniera, piegando ai tempi moderni col Pasquale Paoli, ed anche al romanzo di carattere o di costume contemporaneo con questo Buco nel muro.
Io per me amo il romanzo di costume e d'argomento moderno a preferenza del racconto storico. Oggi gli spiriti sono piú quieti, e certe cose si possono dire. S'intende bene che il romanzo storico avesse una ragione d'esistere in Scozia, la terra delle ballate, la terra ove le tradizioni passano modificandosi di generazione in generazione per le leggende dei clan. Ma in Italia, ove in cambio delle leggende abbiamo le inesorabili cronache, le quali segnano il giorno e l'ora non che l'anno d'un avvenimento; in Italia, dove la poesia popolare contenta a cantare cosette d'amore o di devozione non s'è brigata mai delle vicende patrie, dove la epopea storica propriamente detta non ha potuto allignare; in Italia il romanzo storico poté e potrà essere uno sforzo d'ingegni piú o meno felice, non mai un genere di letteratura propriamente nazionale e vivace. E, per tornare al Guerrazzi, tenendo io il romanzo di costume contemporaneo per piú artistico, per piú necessario e utile, per piú accessibile alle moltitudini, che di fatto nei romanzi storici gustano meglio le parti d'invenzione e di affetto, mi rallegro di vederlo preso a trattare da uno scrittore illustre, e spero ch'ei ce ne darà esempi originali e che durino all'ammirazione e allo studio dei lettori.
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