Nelle sue sorgenti ella sospira con innocente grazia pastorale, e discesa al piano diviene regina, diletta ed onorata da tutte le genti italiane. Gli spiriti di Caino e d'Abele s'incontrano su le piú alte cime del Monginevra. Quello di Caino mira all'occaso, e seguitando nella loro corrente le acque della Duranza rinnova la sua antica disperazione; e lo spirito di Abele guardando ad oriente benedice le acque della Dora, e le accompagna coi canti dell'amore e dei santi olocausti.» A pagina 17 si descrive una pastorella di Bousson: «In quell'ora procellosa Lucia era veramente l'angelo, la stella della consolazione. Vestiva un giubboncello di panno bigio, una corta gonnella, egualmente di panno di tinta oscura, con un grembiale di tela turchina. La parte superiore del giubboncello terminava a fior di spalle in una listina di mussola, che in gran parte copriva gli avori del seno. Il volto di Lucia sarebbe stato all'Urbinate un prezioso modello per le sue madonne. Gli occhi azzurri ed i coralli del breve labbro sfavillavano fra i gigli e le rose del verginale sembiante; ed il cuffiottino di trapunto bianco con due fettucce raccomandato al mento faceva viemmeglio spiccare quell'angelico viso, sul quale scorrevano a guisa di fila d'oro le ciocche de' biondi capegli.» Ecco rappresentate in due esempi le virtú e i vizi di questo stile: vuolsi tuttavia notare che i vizi, o quelli che a me paiono tali, non sono tanto del Regaldi quanto di cotesto genere letterario: ricordiamoci certe pitture dello Chateaubriand, certe altre del Gessner.
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