Ciascuna particolaritŕ ha un valore di parodia. Anzi, fin tra Rossinante e il grigetto asino di Sancio č lo stesso ironico parallelismo che fra lo scudiero e il cavaliere, e anche le due bestie sono in certa guisa i simbolici portatori delle stesse idee. E come nel pensare cosí nel parlare padrone e servo danno a vedere i piú mirabili contrasti. Il buon Sancio col suo parlare per proverbi rotto e rozzo fa pensare al pazzo del re Salomone, a Marcolfo, che a punto come lui esprime e rappresenta in brevi sentenze la sapienza sperimentale del popolo basso in faccia al patetico idealismo. Don Chisciotte all'incontro parla la lingua culta delle classi superiori, e anche nella grandezza del bene arrotondato periodo rappresenta l'illustre e nobile hidalgo. La costruzione di cotesto periodo č spesse volte troppo distesa, e l'eloquio del cavaliere sembra una superba dama di corte in roba di seta a sgonfi con lunga coda frusciante. Ma le Grazie, travestite da paggi, portano sorridendo il lembo; e i lunghi periodi si compiono con graziosissimi movimenti. Brevemente: Don Chisciotte par che favelli impostato su l'alto suo cavallo: Sancio Panza discorre come adagiato sul suo povero asinello.
DOPO UNA RAPPRESENTAZIONEdella commedia "LA VIDA ES SUENO"
DIP. CALDERON
Nell'Indipendente di Bologna
del 23, 26 e 27 agosto 1869.
LA VIDA ES SUENODEL CALDERON
I.
Pietro Calderon della Barca, del quale il signor Ernesto Rossi rappresentava su le scene del Brunetti or sono due sere la commedia intitolata La vita č un sogno, fu soldato e prete spagnolo del secolo decimosettimo.
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