Voto a Dios, stava per dire il re di Spagna; ma ricordando la persona che sosteneva, si riprese, e con la sufficienza d'un filosofo hegeliano esclamņ: - Per me stesso giuro, che mi pento d'aver creato un Adamo cosķ chiacchierone. - Io per me ho mezza voglia di dar ragione a Filippo quarto, e scommetto che insieme con me l'avranno quei lettori i quali nella rappresentazione di venerdķ sera gustarono il discorso di Basilio re di Polonia, che pure era stato scemato di quasi una metą dal signor Rossi.
Questi atti sacramentali, i quali piś d'ogni altro lavoro del drammaturgo spagnolo eccitarono l'ammirazione dei contemporanei, e da' quali ripromettevasi egli la sua maggior gloria; questi atti sacramentali, che a Guglielmo Augusto di Schlegel apparivano singolari e straordinarie produzioni, e del cui entusiasmo religioso il consigliere aulico parlava con entusiasmo critico; questi atti ci domandano un po' d'attenzione; e forse che ci daranno in cambio qualche idea del tempo, della nazione, dell'uomo. Pigliamo il primo: Dio per ragion di stato.
Va innanzi un prologo, ove la Teologia avendo per padrino la Fede si offerisce a sostenere nella universitą del mondo contro qualunque combattente un torneo su queste proposizioni: la presenza di Dio nell'eucaristia, la vita nuova che l'uomo riceve nella comunione, la necessitą di spesso comunicarsi. Contro la prima proposizione si presenta la Filosofia con la Natura a padrino; e le due parti combattono di tutt'arme, di sillogismi come i frati nelle scuole di Salamanca, di spada come i cavalieri nei torneamenti di Toledo e di Burgos.
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