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Evviva dunque il re e la religione! evviva la gotica cavalleresca monarchica e cattolica scuola romantica, e i suoi due santi apostoli Augusto e Federigo Schlegel, par nobile fratrum, che gabellarono al mercato dell'Europa questo fior di roba. Erano i tempi a ciň, perché i pigmei avevan trionfato dei titani. I consiglieri aulici avevano messo il piede su la gola dei vecchi giacobini, i nobili uffizialetti prussiani osavano guardare in viso i cadaveri dei gran marescialli dell'impero plebeo, Blücher cercava Napoleone per farlo fucilare, e nell'aspettativa di distrugger Parigi minava un arco del ponte di Jena; il re di Prussia sospendeva i professori che avevano spinto la gioventů germanica alla battaglia triduana delle nazioni, e apriva la fortezza di Spandau agli ingenui pronipoti d'Arminio che si ricordavano un po' troppo d'aver rialzato essi i principi tedeschi; i pietisti protestanti e i gesuiti cattolici si davano la mano contro il libero pensiero; l'imperatore scismatico e il cattolico, il re luterano e l'anglicano facevano la Sant'Alleanza contro la rivoluzione: e i due fratelli Schlegel dettarono il codice della scuola romantica a onore e incremento dell'impero, della chiesa e del medio evo.
Delle Lezioni di letteratura di Federigo, che per la critica era il vero ingegno potente di quella consorteria, scriveva ingegnosissimamente al suo solito Arrigo Heine: «Federigo Schlegel esamina tutte le letterature da un punto di veduta alto, ma quella posizione alta č sempre la cima del campanile d'una chiesa gotica.
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