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      Potrebbe anche dirsi che, salvo Clotaldo il quale č, da buon carceriero e pedagogo, sufficientemente noioso, e salvo il vecchio re astrologo, gli altri personaggi del dramma poco di Sigismondo si curano, tutti intesi come sono a sbrigare le faccende loro, o meglio a dipanare una loro matassa, che č l'intrigo sovrapposto alla favola principale. Eccolo. Astolfo, per assicurarsi con la mano della cugina Stella il regno di Polonia, ha abbandonato in Moscovia un antico amore, Rosaura; che travestita da uomo passa nel regno, e la prima cosa a cui si abbatte č la torre di Sigismondo, alla quale non era permesso ad uom vivo di avvicinarsi. Ella fatta prigioniera deve rendere la spada nelle mani di Clotaldo, il quale in quell'arme riconosce un pegno da lui lasciato a una dama che giovine aveva amato in Moscovia. In fine Rosaura si scopre per sua figlia; e con lui passa alla corte, dove, riprese le vesti muliebri, diviene, come nipote di Clotaldo, dama di compagnia della principessa Stella. Questa un bel giorno la manda a ricevere di mano d'Astolfo un ritratto di donna che la principessa voleva da lui, argomento ch'egli avesse pe 'l suo dimenticato ogni altro amore. Č il ritratto di Rosaura: imaginatevi qui una di quelle scene romanzesche che abbondano anche nel teatro nostro del secolo decimo settimo, la quale s'intreccia proprio alle furie di Sigismondo. Rosaura poi passa nel campo dei sollevati e sotto la protezione di esso principe, per dare in ultimo nella pace universale la mano ad Astolfo, quando Sigismondo impalma la Stella.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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