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      .. Nell'azzurra letizia del cielo erra una melodia di violini; e dalle onde smeraldine del mare risuona come un allegro riso di fanciulle. Ma sotto terra qualche cosa scricchiola e bussa; il suolo si fende, i vecchi dči sporgon fuori le teste, e con frettolosa meraviglia domandano - Che cosa vuol dire questo giubilo che percuote fin nel midollo della terra? Che c'č di nuovo? Dobbiamo tornar su? - No, rimanete nella regione caliginosa, ove ben presto un nuovo compagno di morte scenderŕ a raggiungervi. - Come si chiama? - Oh lo conoscete bene, č quello che un tempo sprofondň voi nella notte eterna... Pane č morto...»-«Lafayette, la bandiera tricolore, la marsigliese! Via ogni desiderio di riposo! Adesso io so di nuovo quello che voglio, quello che debbo... Io sono il figlio della Rivoluzione, e afferro le armi benedette su le quali la madre mia ha pronunziato il suo scongiuro... Fiori! fiori! voglio incoronarmene la testa per la battaglia. E anche la lira, datemi la lira, ch'io canti la canzone della battaglia... Parole simili a stelle fiammeggianti, che scoppino dall'alto e incendano i palazzi illuminando le capanne... Parole simili a dardi lampeggianti, che volino fino al settimo cielo e colpiscano la impostura che vi si č appiattata nel santo dei santi.... Io sono tutto gioia e canto, tutto spada e fiamme7.»
      Sapete voi la storia del cane Medoro, del cane leggendario delle tre giornate? La racconta brevemente lo stesso Heine, nella stessa lettera onde riferii le ardenti parole.


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Conversazioni critiche
di Giosuč Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





Rivoluzione Medoro Heine