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      Qualcuno potrebbe darsi a credere che l'Atta Troll sia in comparazione al Reineke Fuchs quello che di fronte agli Animali parlanti sono i Paralipomeni alla Batracomiomachia del Leopardi. Nei due poemi, di fatto, in quello dei topi e delle ranocchie e in questo dell'orso, c'è il motivo e l'intenzione personale: ambidue i poeti mettono in ridicolo avvenimenti ed uomini dei giorni loro e fanno, un gran giuoco, con diversa opportunità, di episodi. Ma la rassomiglianza, tutta esteriore, finisce qui. Già il prof. Zumbini notò la mediocrità satirica del Leopardi, e, poiché il poeta della ginestra dai particolari (gli avvenimenti italiani del '21 e del '31) trascende presto al generale, anche notò, con molta verità, pare a me, la impossibilità del render comica l'irrisione di tutta la vita umana quale è, quale fu, quale sarà14. Ma, oltre a questo, il Leopardi, lirico grande e de' piú profondi e umani poeti che sieno stati, nei Paralipomeni è inferiore a sé stesso, anche come artista. Lasciamo la favola ricalcata un po' su l'antica Batracomiomachia e un po' sugli Animali parlanti; ma, salvo certi episodi di valor lirico, salvo certe brevi descrizioni naturali che sono delle piú vere della poesia italiana, come giudicar belle, in una letteratura che vanta i Pulci e l'Ariosto, quelle ottave cosí fredde, cosí slogate, tanto affannosamente stentate, che di alcune si contrasta ancora sul senso e se la costruzione sia retta? Scusiamo l'infelice poeta, che malato a morte non scriveva, dettava; ma non vantiamo, oltre quello si convenga a un'opera postuma, il poema.


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Conversazioni critiche
di Giosuè Carducci
Sommaruga Roma
1884 pagine 237

   





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